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Serata del 26/05/2014 (Trattoria moderna “Il Simposio” Ivrea.
Erano presenti il padrone di casa Adriano Presbitero, Adriano Piano, Federico , Daniela, Gabriele e Alessandro.
I vini e la classifica:
1° Hofstatter – Barthenau Vigna S. Urbano 2005
Rosso Rubino Fitto , al naso è intenso con profumi di cassis, di viola, di tabacco e erbe officinali, in bocca è un
esplosione, rispetto agli altri vini è materico, salino con tannini potenti ma ottimamente integrati e una buona acidità
lo rende fresco. E’molto persistente e chiude con note balsamiche.
2° Nigel 2010
Limpido rosso granato, al naso mora, amarena cassis con note minerali che si fondono con un delicato sentore di viola, nel complesso un bouquet di grande impatto. In bocca precisi richiami ai sentori avvertiti al naso con una nota affumicata sul finale, persistente ma di non grande spessore.
3° Hofstatter – Barthenau Vigna S. Urbano 2007
Rosso granato, al naso arriva subito la frutta rossa matura poi viola, humus, legno di sandalo e una nota speziata di pepe nero sul finale. In bocca prevale la componente fruttata con una buona acidità che equilibra una bella trama alcoolica, persistente si chiude su note speziate.
4° Bouchard Pere & Fils Greves Vignes de L’Enfant Jesus, Beaune Premier Cru 2007
Rosso granato scarico, al naso si apre con aromi di cassis e amarena una leggera nota speziata di cannella e si chiude con sentori di pellame e muschio. Pare leggermente sbilanciato sulla frutta, i terziari sono appena accennati dal che si può pensare che qualche anno di bottiglia lo migliorerà.
In bocca ritorna la frutta seguita da una nota balsamica, la freschezza è molto buona, i tannini sono importanti ma domati e regalano un finale gradevolmente amaricato .
5° Volnay 1°cru clos des angles Olivier Leflaife 2007
Rosso granato intenso è il più carico sui toni del granato, al naso frutti di bosco neri ( mirtilli more) erbe aromatiche ematico con sentori di funghi e sottobosco chiude su una nota minerale. In bocca spiccano i frutti di bosco macerati con un finale di viola. Tannini eleganti e levigati non perfetta la corrispondenza bocca naso.
6° Philippe Pacalet Nuits Saint Georges 2009
Rosso granato al naso è assai singolare, si apre con una spiccata sensazione di paprika poi peperone dolce e ancora note chinate , pungente. In bocca sapido minerale con una buona acidità sicuramente il più lontano dal varietale .
7° Ca del Bosco Pinero 2004
Rosso granato all’inizio è ridotto con addirittura una lieve sensazione di tappo. Dopo qualche minuto al naso incenso , humus, foglia bagnata, marasca, caffè, cioccolato. In bocca è minerale, ferroso, sapido, giocato più sull’eleganza che sulla potenza è fine anche se sconta il ritorno per via retronasale della lieve sensazione di tappo che si sentiva al naso.
Riflessioni finali di Alessandro
Complessivamente erano tutti vini ottimi e i giudizi sono stati molto allineati. Assaggiando questi vini viene però il dubbio che stilare una classifica assegnandoli dei punteggi sia poco significativo, a parte per il fatto che essi siano spunto per discutere. Mentre davo i miei voti ripensavo a quanto diceva Leone durante una lezione del corso Ais e mutatis mutandis, pensavo alla inutilità di dare un voto ad un quadro di Van Gogh o di Picasso ed in base ad esso stilare una classifica, sono diversi e entrambi grandi, non paragonabili.
Commento di Leone
Assenza giustificata, (spero), a causa di una brutta colica di reni, anche se son stato fino all’ultimo con il desiderio di andare perché le nostre serate sono veramente uniche e privarsi di una è causa di una dolorosissima “vacatio gaudii”.
Comunque volevo ringraziare Alessandro che si è prestato a fare la descrizione dei vini in modo interessante e assennato e Daniela ottima fotografa che si sono sobbarcati il mio solito lavoro.
Certo che alla fine si è verificato un fatto veramente particolare: alla degustazione cieca, dove si potevano portare pinot neri di tutto il mondo, sono arrivate metà bottiglie italiane e metà borgognone e quello che è più notevole è che l’Italia ha stracciato la Francia con uno spietato tre a zero, se non si considera la settima bottiglia danneggiata dall’odore di tappo. Da notare ancora la splendida prestazione di Hofstatter, vigneto S. Urbano, arrivato primo e terzo e torna alla mente una stupenda lezione di venticinque anni fa tenuta a Ivrea da Sandro Sangiorgi in cui tra un Barbaresco di Gaja e un Tignanello spiccava questo immenso pinot nero italiano. A quella lezione ci eravamo Adriano Presbitero ed io e credo che, difficilmente, abbiamo goduto tanto come quella sera.
Ultima considerazione: nella serata di degustazione di pinot neri precedente si era piazzato buon secondo un neozelandese: Main Divide. Un amico e collega sommelier trasferitosi in NZ con la moglie Angela, anche lei esperta sommelier, ci ha fatto sapere che il nostro giudizio si accordava esattamente con il loro: dopo aver fatto una notevole esperienza di PN neozelandesi hanno affermato che il rapporto qualità/prezzo di Main Divide è di gran lunga il migliore possibile. Tra l’altro da questo si viene a conoscenza che il nostro lavoro viene visto e apprezzato anche dall’altra parte del mondo, andiamo avanti così in gioia ed amicizia!
Buongiorno a tutti, solo una correzione in merito al Nuit St. Georges, il millesimo era 2006 e NON 2009
….ci sei mancato molto!!!
Volevo solo fare una correzione. Il vino arrivato secondo è un produttore Austriaco che si chiama Nigl (senza la “e”). Tra l’altro l’abbiamo bevuto tutti insieme ad Alba (degustazione di Ceretto).
A riguardo dei vini di Hofstatter arrivati primissimi, tempo fa mi raccontava il rappresentante che a Torino (mi pare fosse una degustazione Ais) si era classificato ai primi posti scavalcando pinot nero di Borgogna. Complimenti quindi a questa azienda di Termeno che, oltre ai rossi, ha anche ottimi e profumatissimi vini bianchi!
Eccerto che vi seguiamo! Leggiamo tutto!
Un vino come il Barthenau qui non sarebbe capito… e’ infatti difficile trovare qualcosa di piu’ vecchio di un 2011 mentre la maggioranza gia’ propone la vendemmia 2013. Si tratta di vini molto poco interessanti, fortemente fruttati e basta. Alcuni ottimi Pinot Noir provenienti dall’isola del sud (Central Otago) ci hanno impressionato ma il prezzo, anche sul mercato interno, li rende poco appetibili di fatto: circa 70-80 dollari (40-50 euro).