sabato , 28 luglio 2018
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Il gruppo “Sagia Susì”

Il gruppo “Sagia Susì”

 

Questo gruppo è composto da un panel di assaggiatori di vino professionisti che si incontrano una o due volte al mese per assaggiare insieme determinate tipologie di vino.

Il gruppo è composto da uno “zoccolo duro” che partecipa sempre, meno che per necessità veramente inderogabili, altri colleghi che vengono saltuariamente a seconda delle loro disponibilità e del loro piacere di partecipare.

Il gruppo base è composto da :

  • Adriano Presbitero, Sommelier, Ristoratore, appassionato ricercatore ed esperto di vini da decenni
  • Federico Nuccio, Sommelier, Ristoratore, studioso appassionato da decenni, in particolare grande esperto di Riesling.
  • Gabriele De Andrea, Sommelier, Ristoratore, appassionato di vini da lungo tempo, esperto di vini del mondo, in particolare di Champagne.
  • Roberto Pericci (Leone) Sommelier, Degustatore Uff. Ais e Relatore con lunga esperienza soprattutto nel campo della cultura sviluppatasi intorno al vino.
  • Daniela Rossato Sommelier, Enotecaria, grande appassionata e ricercatrice in campo enoico.

Entrato da poco, ma con enorme passione e generosità nell’offrire vini di gran pregio e prezzo,

Adriano Piano, Sommelier, Degustatore Ufficiale Ais e Delegato Ais del Canavese.

Altri amici e colleghi di grande esperienza, impegnati in altre occupazioni,  partecipano con minor frequenza, ma lasciando sempre una grande ricchezza di intuizione e di opinioni da discutere in modo propositivo per la crescita comune.

Scopo primario del gruppo è la ricerca in tutti i campi dell’affinamento dei sensi e della cultura del vino, ma altrettanto importante è la funzione ludica e di rafforzamento della amicizia che lega i componenti: in altre parole, la tecnica si sposa con la voglia di divertirci e di provare tutto il piacere che grandi vini e cibi appropriati possono regalarci.

Di solito le serate di degustazione si svolgono in un angolo della sala del ristorante di uno dei componenti ristoratori, mentre i clienti osservano stupiti tutte le stranezze dei nostri rituali enoici.

All’inizio grande complessità per preparare i bicchieri, i numerini per riconoscere i campioni che sono rigorosamente nascosti da pellicola metallica, le bottiglie che ognuno porta (raramente una sola).

Poi si dà il via alla degustazione  e tutto, improvvisamente, tace. Ognuno assaggia, scrive le proprie impressioni e finisce per dare una valutazione numerica espressa in centesimi. Una taratura armonica dei giudizi avviene solo dopo lungo tempo che le stesse persone  valutano e confrontano le proprie opinioni. Normalmente, quando entra una persona nuova gli sbalzi numerici sono molto più evidenti, mentre è difficile, quando si confronta il gruppo base, che ci siano grosse differenze di punteggi tra gli stessi vini.

La base valutativa è quella imparata nei corsi Ais, per cui il parametro per valutare un vino di buona qualità sono 80/100. Da 80 a 90/95 si posizionano vini di particolare pregio e personalità, da 80 a 70 ci sono vini ancora buoni e interessanti, ma magari con qualche  piccolo limite gusto-olfattivo oppure, proprio, con una personalità un po’ contenuta.

Le bottiglie con le etichette nascoste e senza il tappo che potrebbe far riconoscere il tipo e il produttore sono portate dai singoli partecipanti e numerate da una persona estranea che non sa cosa contengono.

Il fatto di assaggiare i vini senza sapere cosa sono, li priva della sopravvalutazione dovuta al loro carisma mediatico e, piuttosto spesso, quando andiamo a fare la somma finale dei punteggi e strappare la stagnola che copre le etichette, sopravvengono notevoli sorprese: non è raro che vini molto blasonati siano relegati agli ultimi posti.

Un palco di onore a gradini di altezza crescente accoglie le bottiglie posizionate dalla decima alla prima in ordine alle valutazioni comuni. Ovviamente è sempre un grande piacere vedere il proprio vino, scelto con cura, salire ai posti più importanti del podio.

A volte grandi nomi dell’enologia italiana e mondiale vengono puniti da sentori di tappo o ossidazioni troppo accentuate e permanenti.

A fine serata arrivano dalla cucina dei piatti sempre molto interessanti e la serata si trasforma in un momento gioioso in cui non mancano barzellette, risate e qualche volta anche strascichi di polemiche sia sui particolari vini assaggiati che sul metodo di valutazione.

Alla fine di una serata ci sentiamo sempre arricchiti sia dall’esperienza nuova che dal calore della convivialità con i nostri amici.

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